Capita spesso di commettere l’errore di giudicare gli altri utilizzando il nostro parametro di valutazione come unico punto di riferimento.
Raramente ci soffermiamo ad apprezzare le differenze che ci contraddistinguono dalle altre persone, senza inserirle in una scala di valori che li definisce peggiori o migliori di noi.
Bisogna diffidare da chi ha solo certezze e si fa forte di queste per affermare la propria convinzione di non essere assolutamente disposto a cambiare e soprattutto di essere nel giusto.
È estremamente rischioso l’utilizzo esclusivo della razionalità, nel voler esclusivamente selezionare tra le proprie convinzioni la decisione prescelta.
La creatività ci insegna a non essere vincolati e condizionati verso un’idea, tanto più se bisogna tradurre dall’immaginazione concetti, idee ed emozioni.
È azzardato ed indubbiamente pericoloso voler chiarire tutto con la sola ragione, un linguaggio che la nostra anima fa fatica a riconoscere.
Quando si è bambini, si è coerenti e non ci si adatta alla ragione, non ci si ferma a una guida costruita per giudicare e basta, si va oltre, si apre il cuore.
La creatività e il nostro cuore ci illustrano e ci spiegano differenti realtà, ma tutto dipende dalla volontà di metterli in movimento.
Ogni individuo porta con sé esperienze, voci, ambizioni, e tendenze che si rivelano nelle modalità più differenti; per questo la realtà è solo una proiezione della nostra mente.
Se ricordiamo tutto questo, se ricordiamo a noi stessi che tutto è relativo, avremo così la possibilità di procedere nella vita in modo dinamico.
Molto spesso a cambiare sono i punti di vista: ciò che per noi è rilevante, per altri è insignificante. La costruzione di una comunità d’interesse e di una intelligenza collettiva è proprio la capacità di accettare incondizionatamente il pensiero degli altri, senza per questo modificare la nostra realtà.
La bellissima frase «non condivido le tue idee, ma mi batterò fino alla morte affinché tu possa esprimerle» (attribuita a Voltaire, ma nella realtà è della scrittrice britannica Evelyn Beatrice Hall) rappresenta l’essenza di tutto ciò.
È lecito esprimere il nostro disaccordo nei confronti delle opinioni altrui, ma allo stesso tempo è fondamentale far sì che ognuno possa credere in ciò che più gli piace.
La nostra evoluzione passa attraverso il riconoscimento degli altri, della loro unicità, evitando così di rimanere intrappolati in una probabile apparenza.
Se vogliamo abbandonare il nostro EGO, dobbiamo eliminare la necessità di convincere chi la pensa e vive in modo diverso da noi, evitando così di disperdere energie inutili e dannose.
L’evoluzione e l’innovazione nascono dalla molteplicità di pensiero, nate da persone con caratteristiche diverse, culture diverse, caratteristiche peculiari del “Nomade Creativo”.
Essere Nomadi Creativi vuol dire dare vantaggio alla comunità, operando in connessione, confrontandosi e cooperando con altri.
Confrontarsi e cooperare vuol dire dare spazio alla creatività, a nuovi modelli mentali ed educativi, riuscendo così a costruire un solido e reciproco riconoscimento.
Otto Scharmer attraverso la sua La Theory U insegna:
- mente aperta – curiosità contro giudizio
- cuore aperto – compassione contro cinismo
- volontà aperta – rilassamento nell’ignoto contro paura.
Avere un atteggiamento di apertura e di rispetto verso diversi punti di vista non può far altro che metterci in condizione di scoprire la più importante e straordinaria caratteristica che contraddistingue ogni essere umano: la sua unicità.
Foto by: Mahdi Beygi