Essere rivoluzionari all’interno delle organizzazioni o delle comunità di interesse, non vuol dire essere Napoleone, Winston Churchill, Giovanna D’Arco o Macchiavelli. Vuol dire semplicemente non preoccuparsi se ci si sente fuori luogo, non compresi o peggio ancora giudicati da chi vuole mantenere lo status quo.
Essere rivoluzionari vuol dire essere attivisti, vuol dire essere portatori sani del pensiero creativo (immaginazione, idee e innovazione) vuol dire vivere il qui e ora. Tutte le rivoluzioni hanno bisogno di tempo. Il rivoluzionario ha pazienza e sa che nulla può fermare una vera e propria rivoluzione.
Una volta acceso il fuoco, fate in modo di alimentare la fiamma del cambiamento e continuate nel vostro intento, con la consapevolezza che non si costruisce il futuro con modelli del passato.
Il rivoluzionario è un nomade creativo prestato al cambiamento.