“Se un bambino lega la propria importanza a quello che possiede, la sua immagine di sé sarà sempre a repentaglio. Tollerando di non avere, invece, acquista più fiducia in se stesso e più consapevolezza di essere la persona che è, con un suo carattere, che è la cosa più preziosa di tutte, che nessuno gli può togliere.”
Da: “I no che aiutano a crescere” di ASHA PHILLIPS.
Esiste l’arte del “saper togliere”? E se esiste, è davvero un’arte, soprattutto quando si parla di genitori e figli? Sì, esiste.
Perché un buon genitore sa quando è il momento di dire un no e sa mostrare un’emozione ripulita da ingombri personali. La già citata figura della guida si muove esattamente su questo percorso: dà gli strumenti che servono, spiega le varie fasi della vita e lascia che l’esploratore faccia ciò per cui è stato creato attraverso apprendimento ed errori, scoprire ed esplorare il mondo circostante alla ricerca della sua strada.
Pensate ad esempio al percorso scolastico. Partiamo dalla scelta della scuola: quante volte un genitore spinge il figlio verso una scelta già decisa da tempo, al di là delle aspirazioni e alcune volte delle capacità del proprio figlio. In questo caso bisogna essere in grado di fermarsi e togliere i nostri desideri e le nostre aspettative dall’equazione per lasciare che vengano liberate le sue, per far sì che si assuma le responsabilità nella giusta scelta.
In caso contrario, lo condanneremo a una vita fatta di frustrazioni e inadeguatezze del tutto ingiuste e risparmiabili. Lo condanneremo all’abitudine di avere una soluzione già preconfezionata che non lo aiuterà nella sua crescita all’interno di una comunità.
Continuando a parlare di desidero, bisogna soffermarsi su che cosa lo alimenta. Di che cosa si nutre un sogno? Cosa lo fa progredire? Il desiderio si nutre di coraggio, tenacia e curiosità.
Se diamo ai nostri figli tutto quello che vogliono appena lo chiedono, non svilupperanno mai la propria ambizione, né la capacità d’ingegno che serve a creare un piano, a reperire le risorse e a sacrificare qualcosa per ottenere come contro partita qualcosa di altro, di più importante.
Togliamo oggetti e aggiungiamo relazioni, in modo da diventare un punto di riferimento, per fa sì che ci sia una costante connessione tra noi e loro.
Se l’“ecco qui la bicicletta che volevi”, senza sacrificio, senza reciprocità, diventa una costante, nulla avrà più valore. Per ottenere qualcosa di “pregio”, dobbiamo spiegare ai figli come l’impegno e il lavoro sono fondamentali per raggiungere l’obiettivo. Solo così insegneremo loro il valore delle cose e il costo della rinuncia e solo così potranno davvero decidere se ciò che vogliono vale davvero la fatica che richiede.
Detto così sembra un discorso semplice ma la realtà è che tutto questo farà sì che i nostri figli crescano come adulti sani e non viziati. In questo modo si costruisce e si alimenta il desiderio, solo così potranno rimanere costantemente connessi con la propria creatività.
Il nostro compito, quando decidiamo di mettere al mondo un’altra vita, è quello di essere un modello e mostrare loro la realtà, non solo perché glielo stiamo dicendo ma perché lo manifestiamo nella vita di tutti giorni: “il miglior insegnamento viene dall’esempio”.
La vita è una start-up e ognuno di noi ha la sua.