Ogni settimana vi propongo una recensione un po’ speciale di un libro. Un po’ speciale perché? Perché non mi fermo alla semplice recensione, che trovo un pochino riduttiva. Ma preferisco usarla come spunto di riflessione come i temi che di solito trattiamo in questo blog.
Il libro di oggi si intitola “Psicocibernetica” ed è di Maxwell Maltz. Partiamo spiegando da dove arriva il termine psicocibernetica, formato dalle parole cibernetica e psicologia. La cibernetica è la scienza che studia i fenomeni di autoregolazione e comunicazione negli organismi viventi e nei sistemi artificiali. Il suo nome platonico ricopre un determinato campo delle attività mentali che si trova a contatto di una molteplicità di scienze e di tecniche. Unendo questa scienza alla psicologia, si propone di fotografare i comportamenti umani in fatto di autopercezione.
Per capire un po’ più a fondo lo scopo di questo libro, scritto nel 1960, bisogna sapere che Maxwell Maltz è un chirurgo plastico. Che ha passato tutta la sua vita a modificare l’aspetto esteriore delle persone, a renderlo quindi più simile all’immagine che avevano di se stesse e che evidentemente differiva da quella che vedevano allo specchio.
Maltz ha deciso di utilizzare questo presupposto per parlare della nostra immagine interiore e di come ciò che percepiamo influenzi le nostre scelte e i nostri comportamenti, ipotizzando un lasso di tempo di circa 21 giorni per poterli modificare.
Il libro si articola attraverso 3 punti:
Il primo può essere identificato con l’immagine dell’io. L’immagine dell’io è l’idea che abbiamo di noi stessi, cioè la fotografia mentale del nostro essere, che abbiamo formato nel tempo, un po’ in base ai feedback che gli altri danno su di noi, e un po’ grazie a quello che noi abbiamo capito di noi stessi. Il problema è che queste credenze non vengono mai messe in discussione e si fondano su due presupposti assolutamente labili e non certi. Ma siccome di certo esiste solo la morte, l’autore ci spiega che esiste un modo per modificare questa fotografia. Per farlo ci viene consigliato di fare esperienze di sé, cioè rielaborare il nostro comportamento sia in contesti reali, sia all’interno della nostra mente. Anche pensare di agire in maniera diversa può avere un forte impatto.
Ed è qui che arriviamo al secondo punto trattato nel libro: l’immaginazione. Potentissima cura per i nostri problemi. Sembra infatti che, se abbiamo una percezione di noi stessi come persone timide, saremo più portati a comportarci in maniera scostante e impacciata con gli altri e le altre persone ci restituiranno, con i loro comportamenti, quest’immagine di noi. Se invece iniziamo a figurarci come persone solari e pensare al comportamento che avrebbe una persona solare in determinate situazioni, saremmo portati a sviluppare quell’attitudine nella vita reale.
In questo modo si realizza il “come se”, ultimo punto del libro che ci porta a non condizionare noi stessi con paure create dal pensiero di eventi futuri che potrebbero spaventarci, vivendo sostanzialmente nel qui e ora e disegnando il nostro futuro mentale con comportamenti di successo. Ovviamente in questo modo nulla compare per magia ma bisogna sempre tenere a mente che tutto nella vita richiede impegno ed esercizio; ma Maxwell Maltz riesce comunque a donarci importanti spunti per effettuare un buon lavoro su noi stessi.