Sappi che l’improvvisazione è la creatività che fa l’amore con la conoscenza.
Se pensi che qualcuno stia banalmente improvvisando, ti sbagli: dietro a ciò che in apparenza sembra inventato al momento, ci sono studio e preparazione. La creatività diventa indispensabile nel momento in cui smettiamo di muoverci dentro i confini del “già detto” e sondiamo nuovi spazi da costruire.
Mi piace la definizione che dà Wikipedia: “Per improvvisazione si intende l’atto di creare qualche cosa mentre la si esegue, in maniera spontanea o casuale. L’improvvisazione consiste di uno svolgimento o esecuzione, che si realizzano con inventiva immediata e con facilità. Nelle arti dello spettacolo l’improvvisazione è caratterizzata dall’assenza di preparazione specifica e dalla prestazione spontanea. Essa dipende dall’abilità dell’improvvisatore e può essere applicata a diverse discipline artistiche: si parla di improvvisazione nella musica, nel teatro, nella letteratura, nella scultura, nella danza, nella cinematografia, ma anche nella fisica, nell’ingegneria, nella cucina e in altre branche scientifiche”.
Improvvisazione e nomadismo creativo condividono un principio: non ci sono regole, ma c’è la continua ricerca di qualcosa che superi l’aspettativa del pubblico. È come se ci fosse un punto di partenza, una specie di perimetro entro cui vi sono le norme di ingaggio della comunità: il resto, ovvero il percorso che da lì parte, è improvvisazione, è totale libertà di scelta.
In questo i bambini dovrebbero ispirarci: loro non hanno regole, sono purtroppo gli adulti a incidere negativamente sulla loro creatività, imponendo regole e causando condizionamenti soffocanti.
Qual è la conseguenza? L’impossibilità di esprimere il proprio talento.
Se il tuo talento è represso, non puoi creare nulla. Devi essere libero di scegliere, di agire, di fare e di sbagliare. Devi lasciarti andare all’improvvisazione, che è magnifico strumento per liberare l’essenza della creazione.
Ricordati che l’improvvisazione si basa su uno schema, i cui punti saldi sono:
– conoscenza, ovvero massiccia dose di padronanza della materia
– esperienza, ovvero ciò di cui dispone un capitano di lungo corso, risorsa fondamentale per i giovani start upper, al quale devono imparare a rivolgersi per ottenere aiuto
– creatività: si può ed esiste la possibilità di improvvisare e liberare la propria creatività
Siamo inclini, chi più chi meno, a mettere ordine alle cose che facciamo, pensando che questo sia un buon metodo per tenere tutto sotto controllo e raggiungere dei risultati. Non teniamo però in considerazione il fatto che l’ordine e il controllo impediscono la piena espressione del proprio potenziale. Ne deriva una inquietudine profonda, che spesso causa ulteriori blocchi: è il “vorrei ma non posso” che ci fa sentire sempre inadeguati.
Le cose non vanno messe in ordine, vanno lasciate andare, vanno liberate così come le emozioni: intuito, genialità, estro, istinto, come puoi pensare di tenere a bada tutte queste “folli” componenti? Cosa otterresti in cambio? Queste risorse sono racchiuse in uno scrigno, il talento: quando trovi la chiave per aprirlo, ne escono cose meravigliose, che hanno bisogno di muoversi libere e in tutta la loro forza dirompente. Sarebbe un pericoloso controsenso tentare di arginarle, di chiuderle ordinatamente dentro quello scrigno.
Voglio invitarti a liberare la tua creatività, voglio spingerti a improvvisare, perché è così che si dà vita alla colonna sonora, unica e irripetibile, della propria vita. Se non ti lasci andare, se non sperimenti, se non fai tentativi e sbagli, la tua colonna sonora sarà uguale a quella di tanti altri e alla fine ti sembrerà di aver vissuto in uno stato di dormiveglia, vivo a metà.
Sappi che, fin da quando veniamo al mondo, stipuliamo con la società che ci circonda dei contratti. Il più importante è il contratto che stipuliamo con noi stessi: è il patto per la vita, quello che prevede l’impegno di esprimere ciò che siamo e che ci fa vivere il presente, giorno per giorno, hic et nunc.
È un errore prendere i modelli del passato per costruire il futuro, così come è sbagliato subire condizionamenti e farsi schiacciare dalle convenzioni. Hai bisogno di uscire dagli schemi, di osare, di metterti alla prova: l’unico modo per far sì che gli altri apprezzino ciò che fai, è che sia tu il primo ad apprezzarlo. Devi tenere acceso il fuoco della tua anima, devi metterci il cuore per liberare il talento che vive dentro di te e che ha bisogno di un’opportunità per emergere.
Hai presente quelle persone inquiete, quelle che non sembrano mai paghe di ciò che fanno. Sono persone che hanno dentro un fuoco che le anima: se cercassero di spegnerlo, danneggerebbero se stesse irreparabilmente. Queste persone sanno che gli schemi esistono per essere infranti, come le statistiche. Queste persone sanno quanto sia importante lasciare che il caos regni almeno in una parte della loro vita: ciò le renderà creature uniche, capaci di sbagliare, cadere, rialzarsi e ricominciare.
Quando deciderai di improvvisare, qualcuno che proverà a mettere dei paletti lo troverai di sicuro: quando comincerai a saltare i paletti e a non adeguarti a ciò che la gente vuole, diventerai un nomade creativo.
So che quella dell’improvvisazione è una fase difficile: prendi i Millenials, hanno in mano uno smartphone e non sono in grado di improvvisare un bel niente. La tecnologia per molti aspetti è fantastica, ma mi sembra utilizzata male, soprattutto nel quotidiano, perché ha invaso spazi sottratti alla creatività.
Vogliamo davvero smettere di essere persone in grado di costruire il futuro? Vogliamo che i nostri figli diventino così? Bisogna che genitori, educatori, imprenditori dedichino tempo ed energie per insegnare ai giovani a usare la creatività, a improvvisare, a diventare nomadi creativi.