Impara dagli errori e dai fallimenti.
Accettare di aver fallito, rialzarsi dopo una caduta, ricominciare nonostante la delusione sono le più grandi dimostrazioni di resilienza.
Se ti accorgi di aver commesso un errore o se ti rendi conto di aver intrapreso un percorso fallimentare, hai due possibilità: piangerti addosso fino alla distruzione di qualsiasi slancio, oppure passare al piano B.
Non hai un piano B? Non importa, sei sempre in tempo per costruirne uno.
Ciò che conta adesso è prendere coscienza degli sbagli commessi, visualizzare gli strumenti acquisiti, fare leva sulle risorse utili a fronteggiare la frustrazione.
È il momento di cominciare a vedere le cose secondo una prospettiva diversa: il fallimento, credimi, non è l’incapacità di raggiungere l’obiettivo, ma un’occasione di crescita personale. Se riesci a vederla così, sei già nella condizione di ripartire per puntare dritto a un nuovo traguardo.
Cambia strategia, evita gli errori già commessi, lasciati guidare dall’esperienza: nella costruzione del piano B non devi ripartire da capo, hai già accumulato pezzetti importanti, ti serve solo un nuovo slancio.
Certo, ci vuole coraggio. Chi non ne ha, è destinato a fallire.
Come è destinato a fallire chi si lascia condizionare dai giudizi degli altri. Viviamo in un Paese in cui il tasso di giudizio è molto alto, e anche particolare. Facci caso, qui da noi si perdonano vari tipi di errori, divorzi, scandali, amanti, ma non il fallimento economico. Il fallimento di un’impresa è un marchio a vita che difficilmente ci si scrolla di dosso – in America funziona all’opposto.
In un contesto sociale e culturale come quello attuale, anche per via dell’uso di strumenti di comunicazione e condivisione che hanno accelerato tutti i processi, il tasso di giudizio è altissimo, ed è più difficilissimo mostrarsi distaccati. Devi imparare ad agire in modo indipendente dal pensiero degli altri: se analizzi l’errore e il fallimento secondo il tuo pensiero, che è l’unico che abbia davvero valore, hai grandi possibilità di riuscita.
Ma se ti valuti e valuti la tua vita in base a parametri di altri o a quello che credi sia il pensiero dominante, sei destinato a distruggere il tuo percorso prima ancora di iniziare.
Molte nemmeno cominciano, perché soffocate in partenza dalla paura di sbagliare. Agiscono in modo non coerente rispetto ai propri obiettivi per ridurre i rischi di giudizio negativo degli altri. L’unica cosa che si ottiene assecondando un ideale di perfezione che crediamo la società imponga è l’annullamento di noi stessi.
Pessima idea quella di vivere in un mondo ideale, non corrispondente alla propria realtà.
L’io reale è l’unico riferimento al quale devi attenerti nella costruzione della tua leggenda personale: individualo, isolalo dall’EGO, che è devastante, pericolosissimo, perché annulla la realtà.
Quello che fa la differenza oltre all’immaginazione è il coraggio, il coraggio di scrivere la propria leggenda personale senza timore di fallire o commettere errori. Lavorando con umiltà senza sprecare il tempo a voler convincere nessuno sulle tue idee e sulle tue qualità se non te stesso, in quegli spazi dove puoi e devi imparare a curare ogni minimo dettaglio in modo da garantirti importanti passi in avanti.
Pensa a quando nasce un bambino: i genitori gli badano in modo quasi maniacale, non lasciano nulla al caso. Poi l’attenzione cala, soprattutto quando subentra l’abitudine, che ti fa fare le cose sempre allo stesso modo, per far prima. Ma nulla assicura che le azioni abitudinarie siano corrette.
L’abitudine e la superficialità sono elementi tipici del fallimento, insieme alla noncuranza. La cura del dettaglio, l’attenzione ai particolari aiuta l’individuo dalla nascita passando per l’adolescenza e via via a crescere rispettando se stesso e gli altri.
Impara dalle persone che hanno lasciato il segno, è qualcosa per noi di indimenticabile. Credi che non sbagliassero mai? Al contrario. Ciò che li ha resi grandi, immortali, è stata la loro capacità di ricominciare dagli errori e dai fallimenti, farne esperienza e iniziare nuovamente e attraverso l’esperienza a portare l’errore a livelli sempre più bassi.
Alla perfezione non si aspira in partenza, ma la si conquista col duro lavoro. E la si ottiene dando prova di grande maturità, prima di tutto non cedendo in caso di insuccesso alla dinamica dell’alibi – ho fallito perché sono stato sfortunato, chi ce la fa è un raccomandato e compagnia bella.
Non ti servono alibi ma un’analisi lucida e costruttiva degli errori commessi. Ricordati che il fallimento non toglie nulla a chi tu sei, non frantuma la tua personalità, anzi ti aiuta a costruirla, se lo accetti con spirito maturo e coraggioso.
Secondo indice di maturità è saper chiedere aiuto.
Ricorda che non è del bravo capitano replicare i modelli del passato o trasferire il proprio, ma indicare strumenti che siano davvero utili per il proprio viaggio. Non esiste capitano infallibile, sia chiaro. Ciò che ne fa la differenza è la capacità di riconoscere un errore e se serve chiedere scusa assumendosi le proprie responsabilità. Un esempio straordinario quando un padre riesce a farlo con il proprio figlio: questo atto di umiltà non toglierà nulla al genitore, anzi. In più darà al figlio la consapevolezza di poter contare su una guida coerente, con la capacità di cambiare opinione.
Devi sperimentare, metterti alla prova, uscire dalla comfort zone e costruire la tua strada nel mondo. Non lasciarti schiacciare dai giudizi, conta solo il tuo di parere.
Non farti limitare dalla paura: fa parte del gioco, ma il tuo coraggio deve e sarà più forte.
Impara a gestire le frustrazioni senza condannarti: se sul tuo orto si è abbattuto un nubifragio, non puoi dare la colpa a te. Finito di piovere tornerà il sole e da lì riparti, senza piangerti addosso, facendo leva sulla tua voglia di ricominciare e sull’esperienza. Ricordati che potrebbe tornare un altro nubifragio, quindi metti in moto l’esperienza in modo da mettere al riparo il tuo magnifico campo e il tuo raccolto futuro.
Non lasciare nulla al caso, cura i dettagli e se serve ricordati di chiedere aiuto al tuo capitano, a chi ha iniziato il viaggio prima di te.
Il fallimento va ribaltato in una grande opportunità per il futuro.
Tu sei più forte degli errori che hai commesso: “Dobbiamo accettare la delusione che è limitata, ma non dobbiamo mai perdere l’infinita speranza”, diceva Martin Luther King.
Metti a fuoco le tue priorità: ora sei pronto per realizzare i tuoi sogni.
La vita è una start up!