Lettura interessante, a tratti difficile ma senz’altro illuminante.
Marcel Mauss, sociologo e antropologo francese, è stato amato e criticato, da alcuni definito ‘da poltrona’ perché non ha mai compiuto ricerche sul campo in prima persona.
Il suo Saggio sul dono– “Essai sur le don. Forme et raison de l’échange dans les sociétés archaïques” del 1923, è una pietra miliare da cui è nata, negli anni successivi, tutta la critica dell’antropologia economica.
Mauss parte dal presupposto che lo scambio di doni sia il modo più antico per creare relazioni sociali, e conduce delle analisi antropologiche ed etnografiche sul dono.
Riprendendo gli studi degli antropologi Franz Boas sul Kula e Bronislaw K. Malinowski sul rituale delPotlatch, Mauss studia lo scambio di doni in comunità arcaiche con sistemi sociali primitivi.
La cerimonia del Kula
Il Kula è uno scambio simbolico di doni che si svolge, come una ricorrenza, tra le popolazioni primitive delle isole Trobriand, nell’Oceano Pacifico.
L’aspetto impressionante di questa cerimonia è che gli abitanti rischiano la vita per attraversare l’Oceano in canoa e scambiarsi doni tra loro.
Il baratto deve avvenire solo tra doni con funzione diversa: un bracciale per una collana e viceversa. Si tratta di una cerimonia complessa, ricca di significati simbolici.
Il regalo è innanzitutto un obbligo che porta con sé il concetto di credito, perché deve venire restituito.
Inoltre, questo scambio comporta altri doveri reciproci come ospitalità, protezione e assistenza.
La cerimonia del Potlatch
Il Potlatch è invece una cerimonia propria delle tribù che abitano la costa occidentale del Pacifico, degli Stati Uniti e del Canada.
Questa usanza viene praticata in occasione di matrimoni, nascite, decessi, e richiede che gli ospitanti, sempre di rango e prestigio sociale alto, distruggano tutti i beni di valore in loro possesso.
Mauss analizza le pratiche di scambio in queste società per affermare alcuni principi interessanti sul dono.
Princìpi sul dono di Mauss
Il dono è visto come un obbligo sociale, non come un atto disinteressato, ed è costituito da un impianto organizzato in dare – ricevere – ricambiare.
Secondo lo studioso il dono è quindi il vero fondamento del sistema economico, perché è utile, rafforza i legami comunitari ed è un “fatto sociale totale”.
Con quest’ultima affermazione, di cruciale importanza per la critica e la fama del saggio, Mauss ribadisce che il dono porta con sé delle implicazioni di natura economica, affettiva, mitica e religiosa.
Nelle società primitive il dono si portava dietro anche l’anima del donatore e, di conseguenza, la possibilità di avere una cattiva sorte nel caso di un dono non contraccambiato.
Facendo un confronto con la società contemporanea, Mauss asserisce che gli oggetti, rispetto al passato, hanno meno valore per le persone.
Questo succede perché la società contemporanea li ha spogliati di parte della connotazione ‘magica’ che veniva attribuita loro in origine.
Vi lascio con questa citazione di Mauss, nella speranza che vi possiate avvicinare a questa affascinante lettura e che possiate scrivermi i vostri commenti così da creare uno scambio di doni e di riflessioni anche tra noi.
Una parte considerevole della nostra morale e della nostra stessa vita staziona tuttora nell’atmosfera del dono, dell’obbligo e, insieme, della libertà.
Non tutto, per fortuna, è ancora esclusivamente classificato in termini di acquisto e di vendita.
Le cose hanno ancora un valore sentimentale, oltre al loro valore venale, ammesso che esistano valori soltanto venali.
Non c’è solo una morale mercantile.
Esistono persone e classi che conservano i costumi di un tempo, ai quali ci uniformiamo quasi tutti, almeno in certi periodi dell’anno o in certe occasioni