“Con la razionalità vai da A a B, con l’immaginazione vai ovunque”.
Albert Einstein
La scienza ormai ci dice che donne e uomini hanno un cervello diverso, o che lo usano in maniera diversa, ossia gli uomini maggiormente l’emisfero sinistro, matematico e razionale, e le donne maggiormente l’emisfero destro, sistemico e creativo.
La strategia è donna
Detto questo se concordiamo sul fatto che la strategia richiede più creatività e immaginazione rispetto alla tattica che invece è più un problema di razionalità, allora possiamo sostenere che la strategia è donna, ovvero che è per le donne, come del resto lo è l’innovazione, nella quale uno delle caratteristiche salienti è un “female approach” in termini, di nuovo, di utilizzo del cervello.
La disciplina della Strategia
Nella disciplina della Strategia gli ultimi 15 anni hanno registrato una decisa inversione dagli approcci razionalisti della Strategic Planning, e del modello Five Forces di Porter, ad approcci più aperti ed evolutivi, meno matematiche e più logico-concettuali, e quindi consoni al cervello femminile.
Cito come esempi la Strategic Architecture di Hamel e Prahalad nel 1995, la Blue Ocean Strategy di Kim e Mauborgne, il Design Thinking di Roger Martin, la Value co-creation di C.K. Prahalad o la Theory U di Otto Scharmer.
In tutte queste moderne discipline in qualche modo figlie delle teorie della complessità ed evoluzioniste prevale il generale sul particolare, il grande disegno ed il senso complessivo, la visione sistemica e olistica, tutti caratteri più da cervello femminile che maschile.
Dalla competizione alla collaborazione
Ancora, uno dei paradigmi centrali della Strategia nel XXI secolo è il passaggio dalla Competizione alla Collaborazione.
Ed anche in questo caso le Donne, e sopratutto quelle realizzate in modo più completo con la maternità, credo diano qualche punto agli Uomini.
Ricordate l’ipotesi di scelta di “collaborazione” invece che di competizione per la ragazza bionda?
“Incompleto … Adam Smith va rivisto” dice Nash ad un certo punto “perché il miglior risultato si ottiene quando ogni componente del gruppo farà ciò che è meglio per se e per il gruppo … Adam Smith si sbagliava, dinamiche dominanti signori “, contrariamente alla tesi di Smith, per il quale il miglior risultato si ottiene quando ogni componente del gruppo fa la scelta migliore solo per se.
Oso aggiungere che i minori problemi che le Donne hanno, nella media, col proprio Ego rispetto agli Uomini, e la maggiore propensione a non identificare le idee con se stesse ed cambiare idea e adattarsi le porta ad avere un potenziale migliore degli Uomini per la Strategia.
Cambiamento e adattamento
Ricordate il paradigma basilare di Charles Darwin “Non è il più forte, né il più intelligente che sopravvive. Ma chi si adatta meglio al cambiamento”
e quello di Albert Einstein “Non si può risolvere un problema con lo stesso livello di consapevolezza che lo ha originato”.
Concludo con una variazione di una famosa frase di Peter Senge che affermava riferendosi alla non sostenibilità della nostra attuale società “Finita la società degli uomini abbiamo speranza per una dei Gorilla?” affermando :
Finita la società degli uomini abbiamo speranza per una delle Donne, data le loro maggiori capacità naturali a mettere in atto strategie idonee ad affrontare i problemi complessi della società di oggi?
Namstè
Foto di ANTONI SHKRABA da Pexels