- Primo, non stare fermi, agire, è l’unica possibilità di rinascita
- Secondo, è l’agire che ci dice quello che siamo.
- Terzo, reagire al fallimento, parola d’ordine: resilienza.
Numerose le trappole della mente che spesso ci impediscono di imparare dagli errori e ottenere risultati migliori.
La prima tendenza è quella del rifiuto. Sembra che ammettere di avere fatto un errore e provare a correggerlo sia la cosa più difficile del mondo. Richiede infatti di “mettere in discussione il proprio successo”.
Perché abbiamo una naturale propensione al rifiuto? Gli psicologi hanno dato a questo atteggiamento il nome di “dissonanza cognitiva” che descrive le difficoltà della mente nel conciliare due pensieri apparentemente contraddittori.
La seconda trappola che la mente ci riserva consiste nel rincorrere le nostre sconfitte nel tentativo di scacciarle. Fare pace con le nostre sconfitte può essere insostenibile.
Mentre il rifiuto è non voler riconoscere un errore e rincorrere le proprie sconfitte aggrava il danno nel tentativo di cancellare frettolosamente lo sbaglio, l’editing edonistico è un processo più elusivo che consiste nel convincere noi stessi che l’errore non conta.
Un modo per metterlo in pratica è fare un unico fascio di vittorie e sconfitte.
Un processo psicologico diverso, sebbene abbia un effetto simile sulla nostra capacità di imparare dagli errori, consiste semplicemente nel reinterpretare i fallimenti come successi. Ci convinciamo che quello che abbiamo fatto non è così male, anzi che tutto è riuscito al meglio.
Reinterpretare i fallimenti come successi, abbandonando la paura del giudizio di chi è schiavo del proprio EGO
Parola d’ordine: RESILIENZA
Un gruppo di ricercatori, tra cui lo psicologo Daniel Gilbert, ha dimostrato quanto questa tendenza sia profondamente radicata nella nostra mente.
“Questa è la felicità in sintesi: quello che ho avuto è molto meglio di quanto pensassi! Quello che non ho avuto, fa schifo!”
Tendiamo a considerare le decisioni che abbiamo preso in passato migliori di quello che sono.
Sono questi, dunque, i tre ostacoli che ci impediscono di seguire il vecchio consiglio “impara dai tuoi errori”:
- il rifiuto, perché non sappiamo separare il nostro errore dall’autostima
- il comportamento autodistruttivo, perché aggraviamo le sconfitte cercando di recuperarle
- i tentativi di indorare la pillola delineati da Daniel Gilbert, in base ai quali ricordiamo gli errori del passato come fossero trionfi, o mescoliamo insieme fallimenti e successi.
Namastè
Photo by Bich Tran