Immaginare il futuro
In questo libro Hamel parla della enorme distanza tra new economy e old economy. Parla anche dell’interruzione insanabile tra vecchia e nuova economia. Il discrimine non corre tra vecchie e nuove aziende e neppure tra aziende “dell’era digitale” e imprese dell’età industriale, bensì tra coloro che sono in grado di introdurre profonde innovazioni e coloro che non lo sono. E ancora, non sono le innovazioni incrementali, i miglioramenti continui o i nuovi prodotti e tecnologie a fare la differenza, ma le “rivoluzioni”, ovvero le innovazioni radicali nei modelli e nei concetti del business.
Come dice Hamel “Ciò che ha fatto la differenza per, aziende come Virgin, Starbucks, Google, Apple, Tesla, non è stata tanto la superiore capacità tecnica, quanto la loro capacità di immaginare il futuro.” La capacità di condottieri rivoluzionari di immaginare e creare imprese sino a ieri inimmaginabili, non convenzionali. È una sfida apparentemente impossibile per molti, che richiede innovazione continua a ogni livello. Una sfida che è spesso al di sopra delle capacità di aziende che hanno prosperato in mercati tradizionali, prevedibili e statici, ma non per le aziende rivoluzionarie e soprattutto non per i loro “ Rivoluzionari”.
“Ciò che ha fatto la differenza per, aziende come Virgin, Starbucks, Google, Apple, Tesla, non è stata tanto la superiore capacità tecnica, quanto la loro capacità di immaginare il futuro.” ( Leader della rivoluzione, Gary Hamel )
Una sfida così difficile e radicale, che spesso i manager preferiscono eludere, cercando palliativi e soluzioni a breve termine, nel tentativo di creare vantaggi strategici “alla giornata”.
Come suggerisce acutamente l’autore questa elusione è alla base dello spostamento delle attività delle aziende verso le ristrutturazioni finanziarie e societarie, anziché su un rinnovamento del prodotto/servizio offerto.