Dopo aver esplorato nella prima parte cosa significhi davvero “talento” per un’impresa, anche in relazione al ruolo crescente dell’intelligenza artificiale (AI), ora ci chiediamo: come si coltiva questo talento, come lo si fa prosperare dentro le organizzazioni?
Il talento ha bisogno di un terreno fertile
Le organizzazioni che vogliono restare rilevanti oggi non possono più limitarsi a inserire persone competenti nei ruoli giusti. Devono diventare ecosistemi che favoriscono l’espressione del potenziale umano, luoghi dove le persone possano non solo lavorare, ma anche fiorire.
Il talento ha bisogno di aria, spazio e fiducia. Ha bisogno di contesti che incoraggino l’autonomia, il pensiero critico e l’innovazione. Ecco perché non è sufficiente cercare “la persona giusta”, ma è necessario domandarsi:
“Siamo davvero l’ambiente giusto per quel talento?”
Cultura organizzativa: il vero catalizzatore
La cultura di un’organizzazione è ciò che la distingue in modo più profondo e duraturo. Le imprese che attraggono e trattengono talenti sono quelle che:
– valorizzano la formazione continua;
– promuovono la responsabilità individuale e collettiva;
– adottano una leadership basata sull’ascolto e sul dialogo;
– praticano il feedback continuo e costruttivo;
– accolgono il fallimento come parte naturale del processo di apprendimento.
Una cultura orientata alla crescita non si costruisce con slogan, ma con comportamenti coerenti e costanti.
Il nuovo patto tra persona e organizzazione
Il rapporto tra individuo e impresa sta cambiando profondamente. Il vecchio scambio “tempo per denaro” non basta più. Oggi, il talento cerca:
– significato nel proprio lavoro;
– impatto reale sul contesto;
– valori condivisi;
– una visione in cui potersi riconoscere.
Le nuove generazioni, in particolare, desiderano essere parte attiva di un progetto capace di cambiare il mondo, anche in piccolo. Chi guida un’organizzazione deve imparare a raccontare con autenticità la propria visione e a viverla ogni giorno. Perché se il talento percepisce incoerenza, se ne andrà.
La gestione del talento è un compito di tutti
Non è più solo compito dell’area Risorse Umane gestire il talento. Ogni manager, ogni team leader, ogni collega può e deve diventare custode della crescita altrui. Perché ogni giorno abbiamo l’occasione di:
– essere il motivo per cui qualcuno crede di più in sé stesso;
– oppure diventare il motivo per cui rinuncia al proprio potenziale.
Investire nel talento significa credere nelle persone, nella loro unicità, nella loro capacità di contribuire al successo comune. E oggi più che mai, serve ricordare una verità semplice:
Il talento non è solo la chiave del successo personale. È il vero motore del cambiamento collettivo.
Fonti:
Harvard Business Review – “Why Talented People Fail” – https://hbr.org/2017/07/why-talented-people-fail
McKinsey & Company – “Attracting and retaining the right talent” – https://www.mckinsey.com/business-functions/people-and-organizational-performance/our-insights/attracting-and-retaining-the-right-talent
Deloitte – “Global Human Capital Trends” – https://www2.deloitte.com/us/en/insights/focus/human-capital-trends.html
World Economic Forum – “The Future of Jobs Report” – https://www.weforum.org/reports/the-future-of-jobs-report-2023
Gallup – “State of the Global Workplace” – https://www.gallup.com/workplace/349484/state-of-the-global-workplace-2023-report.aspx
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