Stiamo vivendo un momento straordinario, al tempo stesso difficile ma ricco di opportunità.
In passato grandi tragedie hanno dato il via a nuovi periodi di crescita.
Epidemie e guerre sono state seguite da rinascite. Questo è il caso, ad esempio, del secondo conflitto mondiale, che lasciò il nostro paese distrutto dai bombardamenti, dal regime e dalla fame.
Ma fu proprio in quell’occasione che gli italiani diedero il meglio di loro stessi, tanto da essere definiti, dallo storico Gaetano Salvemini, “un formicaio più rapido a costruire di quanto siano stati gli altri a distruggere”.
Più di settanta anni dopo ci ritroviamo in una situazione simile. La pandemia causata dal Covid19, per fortuna, non ha provocato vittime e distruzioni paragonabili a quelle causate dalla seconda guerra mondiale, ma ha inflitto seri danni all’economia e all’istruzione, fino a mettere in discussione il nostro stesso stile di vita.
Forse è necessario un approccio diverso, una crescita diversa, forse il mondo non può e non deve tornare ad essere quello di prima.
Questa nuova consapevolezza apre un enorme ventaglio di eccitanti possibilità, un futuro tutto da costruire, ed è qui che deve entrare in gioco la nostra creatività. Dovremo passare dal supermercato dell’abitudine, delle convinzioni alla boutique della creatività.
Lo sviluppo e l’espressione della nostra creatività, attraverso il talento di ogni singolo individuo, possono essere d’ispirazione per gli altri, e possono portare a una e vera e propria rinascita culturale.
A un nuovo Rinascimento. Lo stiamo aspettando da molto ed è forse finalmente venuto il momento che si realizzi. Noi potremmo essere spettatori ma, soprattutto, artefici di una nuova epoca d’oro.
A tal proposito, è facile intuire che i maggiori artefici di questo futuro siano destinati ad essere i giovani mentre noi altri, gli adulti, i meno giovani, abbiamo il compito d’ispirarli. Dobbiamo essere d’esempio, con i gesti, ovviamente, ma anche con le parole, con il racconto e soprattutto con l’esempio.
Ma come facciamo ad attrarre la loro attenzione, a farci ascoltare? Come facciamo a toglierci quella maschera che in molti casi nasconde il nostro vero io, la nostra unicità?
La prima cosa è avere coraggio e non avere paura del giudizio. La seconda cosa, forse la più importante nel raccontarsi ai giovani è dire loro cose che ancora non conoscono e ascoltali. Sono bombardati continuamente da informazioni, più o meno veritiere o interessanti. Tutte cose che hanno già sentito mille volte.
Per attirare la loro attenzione e fare la differenza, dobbiamo condividere con loro l’unicità della nostra esperienza e di noi stessi.
Non è detto che sia facile, anzi è più faticoso che nascondersi dietro gli schemi o i finti personaggi che tanto ci fanno sentire al sicuro. Ma è sicuramente più efficace ed anche più divertente, come tutte le nuove sfide.
Dovremo cambiare il nostro punto di vista, la nostra solita prospettiva. Solo così potremo fornire a ragazze e ragazzi uno strumento in più, una chiave di lettura che li aiuti , non solo a crescere, ma anche a entrare nel mondo della consapevolezza in modo da essere, un giorno a loro volta ispiratrici e ispiratori.
Ma come otterremo questo obiettivo? Usando la nostra creatività, fonte inesauribile di soluzioni alternative ed inaspettate.
Quindi, per stimolare la creatività altrui dovremo stimolare anche la nostra, nei contenuti e nei modi. Per contribuire a costruire, dunque, la società del futuro che desideriamo.
Namaste
Photo by: Roberto Lopez