Quando avevo cinque anni mia madre mi ripeteva sempre che la felicità è la chiave della vita. Quando andai a scuola mi domandarono come volessi essere da grande. Io scrissi: felice. Mi dissero che non avevo capito il compito, e io dissi loro che non avevano capito la vita
John Lennon
Che cos’è la felicità?
Qualche anno fa, in una notte insonne, una di quelle in cui non sai chi sei, cosa fai e perché lo stai facendo, me lo sono chiesto.
Prima di dedicarmi completamente al mio sogno, ero così: stressato, ansioso, diviso tra mille impegni.
Scommetto che qualcuno si riconoscerà in questa descrizione…
Comunque, mi ritrovai a leggere la definizione data dall’enciclopedia Treccani, che qui vi riporto in sintesi:
“Felicità: stato d’animo di chi è sereno, non turbato da dolori o preoccupazioni e gode di questo suo stato.”
La felicità vive nella libertà di essere e di fare ciò che si desidera, senza dipendere dal giudizio degli altri.
C’è chi pensa addirittura che si tratti di un traguardo, di un sollievo meritato solo dopo molte sofferenze, quasi la vita si potesse ridurre a un’altalena.
Queste persone vivono nel futuro, e non capiscono che il bene più grande sta nel qui e ora, nel presente (che non a caso si chiama presente, perché è un dono).
Chi non gode della lentezza e del tempo che scandisce i momenti migliori, non potrà mai essere felice.
La felicità nelle relazioni
Vi faccio un esempio che riguarda le relazioni.
Sono convinto che molti di voi abbiano diverse amicizie, e abbiano con loro frequentato, nel corso degli anni, vari locali.
Le serate in compagnia si svolgono più o meno così: aperitivo al lounge bar, poi ristorante giapponese, infine discoteca o disco-pub.
Ma quali sono le serate o i pomeriggi che ricordi davvero?
Quelli forzati, che organizziamo per essere trendy o quelli spontanei?
Forse ricordiamo i giorni dove c’è stata condivisione di idee e di emozioni, e, perché no, anche di cibo, ricchi di affetto e d’amore, non forzati.
Con questo non voglio assolutamente negarvi il lounge bar o il ristorante giapponese, né tantomeno la discoteca.
Vi propongo però di andarci con uno spirito diverso.
Lasciate da parte i telefoni, guardatevi in faccia e condividete.
Ovviamente questo suggerimento può (e deve) essere applicato a tutto quello che vivete e di cui fate esperienza.
La nostra eredità
È infatti proprio questa la preziosa eredità che lascerai a chi verrà dopo: l’esperienza accumulata vivendo, ciò che hai imparato nei momenti significativi della tua esistenza, magari scritti sul “diario di bordo”, fitto di parole che raccontano le cose meravigliose che ti sono accadute e che continuano ad accadere.
A presto
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