Passiamo troppo tempo a studiare il passato, la storia.
Non ci concentriamo nel qui e ora, non pensiamo nel presente a cambiare modelli educativi per prepararci a un futuro migliore.
Molti Paesi stanno cambiando i modelli educativi per far sì che le generazioni future possano trovare posto nelle economie del XXI secolo, non rendendosi conto che non sappiamo nemmeno come sarà l’economia nella prossime settimane.
Il fisico e matematico Hawing sosteneva che non c’è differenza tra ciò che può essere ottenuto da un cervello biologico e un’intelligenza artificiale.
Sempre Hawing affermava che l’intelligenza artificiale può superare quella biologica.
Tutto questo sarà possibile cambiando il nostro sistema educativo, progettato e pensato nella cultura intellettuale dell’Illuminismo e nelle circostanze della prima rivoluzione industriale.
Quella che noi chiamiamo “educazione”, “fenotipo”, “ambiente” o quello che noi facciamo per aiutare la crescita, rivoluzionando i modelli educativi, ha la possibilità di cambiare la storia e l’esperienza umana, l’informazione alla base, l’informazione genetica con cui abbiamo a che fare nelle persone che siamo.
Ma allora dov’è il limite, se c’è un limite.
Il cervello risponde in millesimi di secondi.
Se vogliamo sapere quanto possiamo fare per il cambio di modelli mentali, di pensieri di un bambino basta fare un semplice calcolo: moltiplicate millesimi di secondi per centesimi di secondi per decimi di secondi per secondi per minuti per ore per giorni per settimane per mesi per anni, cioè il tempo che un bambino sta a scuola e condivide la crescita con un adulto.
Otterremo un numero tendente all’infinito, quel numero rappresenta la plasticità di sviluppo di un bambino.
Quel numero rappresenta quanto si potrebbe, nella realtà, mettere al servizio dell’umanità.
Questa è la chiave per dar vita a un’intelligenza biologica allenata alla costruzione di un’intelligenza artificiale straordinaria.
Quel numero si chiama: Creatività.
Nasciamo tutti con un dono straordinario: la creatività, ma molti di noi lo disperdono, perdendo cosi l’opportunità di essere e rimanere “Nomadi Creativi”
Photo by: Sharon Mc Cutcheon