“Dopo questa pandemia saremo tutti diversi”.
Era questa la frase che si sentiva più spesso all’inizio del lockdown, mentre le bandiere tricolore sventolavano e noi cantavamo dai balconi, riscoprendo un antico e innocente senso di comunità.
Il lockdown ormai si è concluso ed è il momento di fare i conti con una lampante realtà: non siamo cambiati, non siamo diversi e, soprattutto, non siamo affatto migliorati. Anzi.
Durante il periodo che ci ha costretti tutti a casa, molti hanno avuto la possibilità di mostrare – a causa dell’aumento del tempo libero e della presenza dei social –la loro vera faccia, la loro incapacità di comunicare in maniera costruttiva e non aggressiva.
In un periodo di massima crisi le maschere sono cadute ed è risultata sempre più evidente l’incapacità da parte di molti di costruire relazioni basate sul rispetto dell’altra persona. In particolare, sul rispetto delle opinioni dell’altra persona.
Discutere con gli altri, confrontare opinioni diverse non è mai un male. È un bene, è un modo per migliorarsi, per conoscere punti di vista diversi dai nostri. Ma se non ascoltiamo veramente chi abbiamo davanti ma aspettiamo solo che taccia, aspettiamo il nostro turno, per potergli dire la nostra unica verità, allora non stiamo discutendo, non stiamo scambiandoci opinioni, siamo solo impegnati in due sordi monologhi.
Credere che il nostro punto di vista, il nostro modo di vedere le cose, di veder il mondo sia l’unico valido è una cosa comune – persino sana e fisiologica – durante l’adolescenza. È un processo che fa parte della crescita ma crescendo appunto, diventando adulti, bisognerebbe essere in grado di aprire gli occhi e allargare lo sguardo, mettere in dubbio le nostre certezze. Ciò non vuol dire cambiare necessariamente opinione ma avere la saggezza di ascoltare anche quella dell’altro senza pregiudizi.
Essere in grado di ascoltare gli altri e, se necessario, cambiare idea rende migliori noi e, di conseguenza, il mondo intero.
Ognuno di noi ha moltissimo da imparare dagli altri. Da tutti gli altri.
Persone con un grado d’istruzione inferiore al nostro possono aver avuto diverse e più profonde esperienze di vita rispetto alle nostre.
E, allo stesso modo, persone che hanno studiato approfonditamente in un certo campo hanno informazioni più dettagliate, conoscenze più specifiche rispetto a quelle che ognuno di noi potrà mai ottenere con un ricerca su Google o Wikipedia.
Ma ad ascoltare in giro, a leggere le discussioni sui social o i dibattiti in tv sembra che, gran parte della popolazione sia rimasta bloccata all’adolescenza della propria ragione, che non sia cresciuta e maturata.
Troppo impegnata a guardare il mondo in bianco e nero per rendersi conto dell’infinita quantità di sfumature. Non in grado di apprezzare il potere della diversità, delle persone e delle opinioni.
Persone diverse da noi, per sesso, estrazione sociale, razza religione o, semplicemente esperienze di vita.
Opinioni diverse dalle nostre, non migliori o peggiori, solo diverse.
La nostra crescita personale passa attraverso la capacità di cambiare punto di vista. Ciò non vuol dire essere incoerenti ma, pur rimanendo fedeli a se stessi, bisogna aprirsi agli altri. Riservare agli altri il diritto di esprimersi, rispettare le idee altrui anche quando non si condividono.
Chi è in grado di fare questo, ed è in grado di difendere le proprie idee, ma continuando ad ascoltare quelle degli altri, in uno scambio prezioso, è destinato a essere riconosciuta o riconosciuto come ispiratrice o ispiratore del nuovo millennio.
Namaste