Il terrore della noia
Molti individui soffrono e hanno paura di non avere occupate tutte le loro caselle del tempo: hanno paura della “noia”. Sì, la noia ci terrorizza!
Ma la noia fa cosi paura o a volte è salutare? Annoiarsi, ogni tanto, offre benefici molto interessanti: è molto positiva, in quanto stimola in noi caratteristiche importanti come la creatività.
In molte aziende, ancorate a vecchi modelli, come in moltissime famiglie, la noia, il dolce far nulla viene visto come qualcosa di negativo. Alcune ricerche dimostrano, invece, che la noia “casuale” e “momentanea” stimola e aumenta l’utilizzo del dono più grande che l’universo possa averci donato: la creatività. Che – voglio ricordare – è fatta di immaginazione, idee e innovazione. Inoltre, se non si è soddisfatti del proprio momento lavorativo, il fermarsi o
l’annoiarsi può diventare un toccasana per riprendere in mano le redini della propria esistenza iniziando cosi a creare nuove condizioni e nuove connessioni.
Paura di fermarsi
“Cosa faccio questa sera? Cosa farò durante il week end? E per le vacanze?”
Di nuovo lunedì. Un’altra settimana che inizia, le scadenze che si accavallano, il lavoro, la famiglia, la socialità. Lo smartphone tra le dita e le cuffie sempre nelle orecchie, pronte a veicolare alla nostra attenzione i molteplici stimoli che giungono dall’esterno. La mente che anela al riposo, eppure lo rifugge inesorabilmente, sempre sospesa tra passato e futuro.
Ci piace così, la nostra vita. Frenetica, movimentata, anche un po’ incasinata. Ma soprattutto, piena. Piena di impegni di ogni genere, durante la settimana e nei fine settimana. Persino le vacanze – che dovrebbero essere il momento del vero riposo – diventano invece un’occasione per competere con gli altri e con noi stessi a chi meglio si riempie il tempo. È fin troppo facile cadere nella trappola “del fare a tutti i costi”. La società impone di muoversi continuamente, di trascinarsi in un vortice spasmodico di attività. E noi, che anche se sappiamo benissimo come funziona “il giochino” dell’esistere oggi in Occidente, ci caschiamo sempre con tutte le scarpe.
Il pieno e il vuoto. Il pieno, che ci rassicura e ci fa sentire vivi, desiderati, richiesti, seguiti, amati.
Il vuoto, che costringe a pensare, a guardarci allo specchio, a riflettere. Ad avere a che fare con la noia. Che ci spaventa. Così, riempiamo la nostra agenda e lì per lì tiriamo un sospiro di sollievo: ci sembra di aver riempito la nostra vita, quindi ci sentiamo a posto. Ma l’illusione dura poco: il tempo di realizzare che qualcosa, in mezzo a questo schiamazzo in cui ci immergiamo, ci chiama: la nostra stessa voce. E se la noia fosse salutare, invece? Annoiarsi, ogni tanto, può offrire benefici molto interessanti. Nei momenti in cui sospendiamo ogni tipo di attività, mentale o fisica, può accadere infatti qualcosa di molto positivo. All’improvviso, uno stimolo: dal nulla, sopraggiungono idee. Così scatta la creatività.ò
La quiete e il ruolo benefico
Laddove non c’è ansia, non c’è assillo, nè respiro affannoso, ecco che la quiete gioca il suo ruolo benefico. Se smettessimo di additarla come noiosa, la quiete, forse riuscirebbe a restituirci più momenti creativi. Persino a lavoro.
In molte aziende – magari ancora ancorate a vecchi modelli – il dolce far nulla, essendo percepito come qualcosa di negativo, viene accuratamente evitato. Scansato come la peste. Sia mai che ci prendiamo del tempo per guardarci in faccia davvero!
Lo dimostrano invece anche alcune ricerche, che la noia “casuale” e “momentanea” stimola e aumenta l’attivazione del dono più grande che l’Universo possa averci donato, ovvero la creatività. E dunque anche a lavoro, il riposo diventa senza dubbio funzionale ad essere più creativi e motivati. A spingere verso l’innovazione. Non solo. Pensiamoci bene: se non ci sentiamo soddisfatti del momento che stiamo vivendo a livello lavorativo, familiare o relazionale, andare avanti a testa bassa senza fermarsi mai può essere pericoloso e controproducente, semplicemente per il fatto che nel caos diventiamo incapaci di ascoltare. Sia noi stessi che gli altri. Rischiamo di perderci, di non voler vedere migliaia di informazioni che sarebbero invece fondamentali per la nostra vita, per il nostro percorso. E allora il fermarsi, lo sfidare la noia, può diventare un toccasana per riprendere in mano le redini della nostra esistenza.
Sospendiamo tutto e guardiamoci intorno. Sfidare la noia, la paura del vuoto è il primo passo verso nuove e magari più soddisfacenti versioni della nostra vita. Solo se riusciamo a fare spazio senza paura, possiamo iniziare a creare nuove condizioni e connessioni da trasformare in esperienze reali. Namastè!