Il nostro “qui e ora” che scandisce i momenti più o meno importanti della nostra vita, le persone e le cose che giornalmente ci circondano non destano in noi, in moltissimi casi, un vero stupore.
Tutto quello che fa parte della nostra routine origina poco interesse poiché la consuetudine ci impedisce di rendere la vita di tutti i giorni piena di avventure ed entusiasmo.
Condurre la propria vita con pigrizia, tenere la propria creatività in uno stato di dormiveglia ed innestare un processo noioso, non fa altro che creare la convinzione di sapere già tutto dimenticando una meravigliosa arte, quella dell’osservare.
Solo la creatività e con essa l’entusiasmo provocano e mobilitano non solo le energie individuali, ma ci mobilitano verso una vera e nuova dimensione, quella dell’intelligenza collettiva.
Privarsene vuol dire adattarsi agli eventi e non essere l’evento stesso, vuol dire sopravvivere piuttosto che vivere. I rischi, le incognite, così come i possibili errori/fallimenti, sono indispensabili per l’essere umano.
Vivere senza di loro vorrebbe dire trovarsi a vivere una vita priva di immaginazione, di idee e di innovazione, i tre irrinunciabili elementi del pensiero creativo.
Bisogna liberare il piacere dell’immaginazione, solo così alimentiamo la nascita delle idee, avendo così la gioia e il coraggio per andare incontro al futuro, eliminando quel timore che ci impedisce di vivere appieno il nostro presente.
Non avremo mai la possibilità di conoscerci veramente, né di conoscere il nostro reale valore, se non capiremo e accetteremo il confronto con la realtà vera.
Dobbiamo smettere di pensare di essere in una piccola realtà ma considerare di convivere in un libero spazio da tutti accessibile.
L’innovazione, la sana inquietudine e il coraggio di cambiare, con le loro trasformazioni “diruptive” ci proiettano in un mondo fatto di intelligenza collettiva .
Possiamo, come Narciso innamorato della sola unica sua immagine, concentrarci su noi stessi, sul nostro EGO, pensando che non cambierà mai nulla o, vivere, condividere, partecipare e connetterci con il mondo.
Allora si che cosi potremmo scrivere e ascoltare la colonna della nostra esistenza e saremo considerati Ispiratrici e Ispiratori del futuro i Mecenati del Nuovo millennio
Namstè