La tecnologia sta cambiando il mondo. Grazie allo sviluppo della robotica e dell’intelligenza artificiale, in un futuro non troppo lontano, robot e apparecchi elettronici svolgeranno i lavori meccanici e ripetitivi che fino a ora sono nelle mani degli operai. Agli uomini, però, resterà il compito di agire nel mondo con una competenza peculiare: la creatività. I protagonisti di questa nuova era del “pensiero creativo” – una capacità propriamente umana – sono i millenial. Gli attori principali di un cambio di paradigma nel modo di concepire il lavoro, il business e l’imprenditoria. E pertanto vanno ascoltati, non solo criticati e bollati dall’alto di una mentalità che sta tramontando.
Un nuovo scenario
Lo scenario di un mondo del lavoro rafforzato, se non dominato, dalla presenza dei robot e dell’intelligenza artificiale non è più soltanto frutto di previsioni e proiezioni. Il cambiamento apportato dalle tecnologie è già evidente oggi seppur con un impatto minore rispetto alla portata che si prevede possa avere nei prossimi anni. Ma non bisogna spaventarsi. I robot toglieranno numerosi lavori ma ne creeranno altri: bisogna soltanto accettare il cambio di paradigma che porterà nuove opportunità per le persone.
Spazio alla creatività
Il futuro quindi sarà popolato dalla creatività, dall’intelligenza sociale e emotiva, i motori di una nuova forma di produttività. Chi saranno i protagonisti di questa nuova era della creatività e dell’immaginazione? È facile dirlo: i millenial. La generazione nata tra gli anni Ottanta e Novanta che si appresta a sostituire quella dei suoi genitori, i cosiddetti “baby boomer”. Anzi, i millenial sono già numericamente presenti nella società. In America i hanno già superato in numero i membri della generazione precedente (la Generazione X dei nati negli anni 1960-1980). In Italia parlando di millennial facciamo riferimento a circa 11,2 milioni di persone diviso tra nord Italia (42%) centro (19%), sud e isole (39%). Oggi i millennial sono circa un terzo della forza lavoro, ma entro il 2020 rappresenteranno più del 50% della forza lavoro a livello globale.
Insomma, è la generazione del futuro che però deve compiere i passi più importanti nel presente, nel qui e ora. È il momento in cui gli adulti, a capo delle aziende o ai piani alti delle istituzioni che contano, comincino loro a dar spazio, a ascoltare le loro voci e istanze. Sfatando miti e pregiudizi che spesso sono stati affibbiati ai millenial.
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